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La caccia al capriolo "a cura di Giovanni Anesa"

Caccia al capriolo Caprio14In questi ultimi anni il Capriolo sta risollevando la caccia agli ungulati in Appennino,caccia che era relegata al solo Cinghiale e che ora grazie a questo piccolo folletto rosso si è rivitalizzata.In queste righe ho condensato le mie esperienze,frutto anche di errori, ormai decennali di caccia al piccolo cervide.Vorrei cominciare con l’abbigliamento : è fondamentale il mimetismo, soprattutto per quelle parti del corpo che normalmente sono più esposte alla vista e cioè il viso e le mani, che devono, quindi, essere assolutamente coperte, per via del loro colore chiaro molto visibile che, associato alla loro mobilità, anche inconsapevole,li rende particolarmente percepibili alla vista, seppur non eccelsa del cervide: io uso una rete mimetica per il viso e un paio di guanti neri.Altro punto molto importante è il mimetismo olfattivo,un capriolo è capace di fiutarci a grande distanza: perché, semplice l’odore di detersivi,profumi,deodoranti,dopobarba e quant’altro viene percepito dal suo fiuto come una minaccia, poiché in natura questo genere di profumazioni non esiste ,ciò che noi consideriamo una cosa piacevole, per loro è qualcosa di allarmante; sarebbe bene quindi usare detersivi neutri assolutamente non profumati Da evitare in special modo quelli a effetto flash:i tessuti trattati con questi detersivi, emettono alla luce dei bagliori (oltre che essere visibili all’infrarosso) che noi non percepiamo, ma gli ungulati si ed è buona norma evitare ogni tipo di profumazione personale.Non da meno il mimetismo sonoro ,in pratica l’abbigliamento non deve produrre alcun rumore (il classico fruscio) a contatto con rami o arbusti,da evitarsi anche parti metalliche esposte che producono tintinnii l’udito del capriolo è pari al suo olfatto.Quindi un buon mimetismo associato ad un corretto modo di muoversi in ambiente boschivo. Se si caccia alla cerca, è importante camminare molto lentamente,fermandosi di frequente e soprattutto, badando a non fare rumori :se per caso si produce un qualsiasi rumore è bene immobilizzarsi per almeno qualche minuto.Personalmente adotto questa tecnica: faccio cinque sei passi,badando di posare sempre prima il tacco della suola e poi la punta e mi fermo per alcuni secondi ,in questo modo sono in grado di percepire quei rumori che altrimenti camminando, non riuscirei ad udire,oltre che a percepire visivamente quei movimenti altrimenti non rilevabili.Correre a caccia ,serve solo a fare della fatica inutile e rumore e di conseguenza a far fuggire gli animali. L’attrezzatura da portarsi dietro è molto importante ,non bisogna esagerare perché tutto pesa ma nemmeno lasciare a casa ciò che può realmente servire.Lo Zaino,deve essere capiente, in modo da potervi riporre il capriolo ( esistono in commercio appositi sacchi impermeabili molto resistenti in cui chiudere l’animale per non sporcare lo zaino e il suo contenuto) e deve avere alcune comode tasche per contenere l’attrezzatura che vado ad elencare.(Io uso lo Zaino modello Sloveno, si tratta di uno zaino in cui il selvatico non viene riposto all’interno del sacco ,ma bensì in una specie di tasca centrale apribile,in pratica il capo vene trasportato orizzontalmente….come una lepre nel carniere),deve avere un’intelaiatura anatomica(per distribuire meglio il peso), essere impermeabile e di un materiale che non provochi rumori da sfregamento e dotato di comodi spallacci, meglio se imbottiti. Alcuni metri di cordino,comunemente usato dagli scalatori quindi abbastanza sottile ma resistentissimo,un paio di moschettoni da montagna piccoli - una piccola torcia e un frontalino di quelli usati dagli speleologi – una maniglia o una cinghia da trasporto ,che vi consente di trascinare il selvatico anche per lunghi tratti agevolmente – un cuscino gonfiabile di quelli normalmente usati ai bagni,possibilmente verde,che oltre ad essere comodo per sedersi è utile anche, come riempimento dello zaino, per trovare il giusto appoggio per sparare,un fascettone richiudibile in gomma(reperibile nei negozi che trattano generi per l’agricoltura) ottimo per incaprettare l’animale.Un coltello multiuso meglio ancora, un tools, i migliori in commercio sono quelli della Leatherman,una piccola officina che mi ha tratto di impaccio più di una volta,uno skinner(lama specifica dotata di gancio evisceratore,per pulire il selvatico) attualmente uso il Fox European Hunter oppure lo Skinnig Knife della Marttiini e un piccolo affilatore.Un kit di pronto soccorso,facilmente reperibile in farmacia e nei supermercati – un accendino - un paio di guanti monouso da usare quando si pulisce il selvatico - un paio di guanti da lavoro da sostituire in inverno con paio parimenti resistente ma più caldi,ottimi quelli così detti da paninari, con interno in pelo – un sacco per i rifiuti da giardino perché è più grande di quelli normalmente usati per la spazzatura ,resistente e di colore verde, utilissimo per sedervisi sopra quando il terreno è bagnato,come rifugio di emergenza durante un acquazzone e per riporvi il selvatico abbattuto in modo da non sporcare zaino e abiti – alcuni panni carta – alcuni metri di carta igienica che oltre a servire per lo scopo per cui è stata concepita, è estremamente utile per marcare in modo evidente, ma comunque non inquinante per via della sua biodegradabilità, il luogo in cui è stato malauguratamente ferito il selvatico e la sua direzione di fuga-qualche sacchetto di plastica di quelli da congelatore.In inverno se cacciate in zone innevate o comunque a forte pendenza,nell’equipaggiamento non devono mai mancare un paio di mezzi ramponi,che in caso di ghiaccio o di terreno molto scivoloso possono trarvi di impaccio e uno scaldino per le mani (sono ottimi quelli a carboncini,leggeri, occupano poco posto e scaldano molto) e una mantellina impermeabile.Il bastone da tiro,in commercio se ne trovano di tutti i tipi,alcuni validi altri meno,personalmente preferisco costruirmelo,primo perché è un bel passatempo, inoltre così facendo posso adattarli alla mia altezza, in quanto il bastone deve essere alto quanto l’utilizzatore,l’utilità di questo attrezzo è molteplice,serve sui terreni impervi come sostegno in pratica è una terza gamba; inoltre serve come appoggio, sia per il binocolo nelle osservazioni, che per la carabina per tiri a medie distanze nella caccia alla cerca.La realizzazione è molto semplice: basta acquistare in un centro agrario un comune manico da rastrello in faggio evaporato e dopo averlo accorciato alla lunghezza voluta ,trattarlo con impregnante da legno di colore scuro e successivamente con un prodotto ceroso per la finitura del legno. Dopodiché dotarlo di una punta metallica, che dovrà essere rivestita in gomma in modo da non produrre rumore se inavvertitamente si scontra un sasso,sono ottime quelle usate per i bastoni da passeggio che si usano in montagna e con un grosso tappo di gomma all’altra estremità, oppure con una forcella o in legno, meglio se rivestita in cuoio, oppure in corno (a volte si trovano i caduchi di ungulato nel bosco ,che opportunamente lavorati, sono dei magnifici puntali a forcella per i bastoni)In caso di pioggia può essere molto utile un ombrello possibilmente verde e di tipo antivento modificato in modo che mediante un gancio possa essere appeso ad un ramo così da avere entrambe le mani libere.I binocoli che devono essere molto luminosi,leggeri,non devono avere troppi ingrandimenti, 7 sono più che sufficienti,per non stancare la vista durante le prolungate osservazioni che questa forma di caccia richiede. Per evidenziare dettagli più particolareggiate ci sono i cannocchiali ,in gergo lunghi da 30 a 60 ingrandimenti,utilizzati per il riconoscimento dell’animale a grande distanza. Il binoccolo deve essere utilizzabile anche con una sola mano; se volete un consiglio acquistatene subito un paio di ottima marca,non li cambierete più e vi dureranno una vita, prestate attenzione alla cinghia di sospensione,quelle sottili dopo qualche ora sono molto fastidiose ,le migliori sono in neoprene, ma vanno bene anche quelle larghe per macchine fotografiche e dotatevi di un panno in microfibra ottimo per pulire le lenti, oppure di salviette pre imbevute monouso.In auto non deve mai mancare una robusta cesta in plastica,di quelle che solitamente vengono usate per la vendemmia,per potervi riporre il selvatico,in estate dotatevi di una zanzariera per le mosche in modo da poter coprire la cesta ,all’uopo si trovano dei comodissimi sacchi in rete di fabbricazione Americana.La preparazione del sito,individuato dai segni di presenza ( fatte ,frequentazione dei transetti,covili ) bisogna preparare un appostamento,l’ottimale, se il territorio ed il regolamento venatorio lo consente è un’altana sopraelevata, di tipo prefabbricato oppure sfruttando una pianta,in tale modo una volta posizionati in alto, sarete assolutamente invisibili agli occhi degli ungulati,non così per il loro udito e quindi dovrete comunque stare molto attenti a non produrre alcun rumore.Nel caso sia impossibile costruire un’ altana si può procedere alla realizzazione di un capanno a terra,che dovrà essere chiuso da tutti i lati o perlomeno da quelli da cui possono transitare i selvatici,e ben dissimulato nell’ambiente,sono molto efficaci le reti mimetiche a foglia integrando il mimetismo con materiale vegetale reperito il loco,è importante prevedere un buon appoggio per la carabina verificando con cura l’altezza da terra sulla base del sedile che useremo,l’ideale è rivestire l’appoggio con del poliuretano espanso o comunque della gomma morbida fissata ,con fascette da elettricista,in modo da evitare ogni possibile rumore in fase di puntamento.E soprattutto deve essere posizionato in modo da avere sempre il sole alle spalle,e possibilmente in ombra,oltre che a favore di vento,di conseguenza un appostamento buono al mattino non lo è quasi mai la sera,per questo bisogna sempre prevedere più di un appostamento nella zona in cui poi andremo a caccia.Pulite accuratamente il sentiero che conduce all’appostamento,in modo da non produrre alcun rumore in fase di avvicinamento, i selvatici possono essere accucciati in prossimità del sito e venire così spaventati da una qualsiasi fonte di disturbo.Bisogna recarsi sempre all’appostamento almeno un’ora prima che i selvatici inizino a muoversi,questo vale sia al mattino che alla sera.Il periodo di massima attività degli ungulati è regolato dalle fasi lunari e coincide con l’assenza di luna piena,altri fattori sono il vento e i cambiamenti meteorologici:in caso di vento forte la ricerca del selvatico andrà fatta nelle zone riparate ,come in caso di neve o gelate nei versanti esposti al sole,solitamente il giorno prima di un cambiamento meteorologico si assiste ad una maggiore attività degli animali,stessa cosa si registra appena passato l’evento.Il Richiamo, in estate da metà maggio a metà agosto,il periodo migliore è luglio, si può cacciare il capriolo con il fiep ovvero con il richiamo della femmina sottile(cioè nata l’anno precedente )oppure con il kitz che simula il richiamo di paura del piccolo facendo accorrere la femmina e ,dato che ci troviamo nel pieno del periodo riproduttivo, al suo seguito ci sarà il maschio.Esistono diverse scuole di pensiero sull’uso di questo richiamo,personalmente ho adottato questo metodo per il fiep che pare funzioni (dopo aver registrato correttamente il richiamo,per far questo ho scaricato tramite internet i file audio sui richiami dei caprioli e con un poco di attenzione e qualche prova, si ottiene la giusta modulazione) la regola del tre, ovvero,tre fischi intervallati di tre secondi l’uno dall’altro, ripetizione per tre volte a intervalli di tre minuti abbassando il volume ogni volta e, se del caso, ripetendo la serie a intervalli di mezz’ora,le maggiori possibilità si hanno nei momenti di massima attività del capriolo, ovvero nelle prime ore del mattino e al tramonto.Per il Kitz invece si riprodurrà un solo fischio,ripetendolo dopo almeno 5/10 secondi di intervallo e diminuendo l’intensità,per non più di 5/6 volte,in quanto se la madre sentendo il richiamo del piccolo non è accorsa, vuol dire che non è in zona,la valenza temporale è la stessa del fiep,che poi coincide con il periodo in cui gli animali sono più attivi.Dopo ogni serie di fischi e bene attendere almeno mezz’ora prima di muoversi,se non si vede nulla spostatevi con molta attenzione per non produrre rumori allarmanti di 200/300 metri e dopo aver atteso in assoluto silenzio per circa 15 minuti, ricominciate a fischiare. Se si riesce a trovare un palco caduco di capriolo, si può utilizzare anch’esso come richiamo sfregandolo ripetutamente su un arbusto esattamente come fa il maschio quando marca il territorio, attenzione dopo questa operazione bisogna colpire il terreno con ambedue i pugni, in modo da riprodurre il rumore dell’animale quando scalcia con le zampe anteriori,questi sono segnali che il maschio dominante percepisce come una sfida e di conseguenza viene a vedere chi ha osato entrare nel suo territorio.Esiste anche un altro richiamo acustico il Buttolo,una specie di soffietto in gomma che pizzicato produce il verso del piccolo,personalmente non mi ha dato grossi risultati.Come tutti i richiami anche quelli del capriolo non sono facili da usare ,bisogna aver pazienza provare e riprovare per ottenere un buon risultato e ,soprattutto, non tutte le giornate sono buone ,però posso garantire che quando un maschio crede al richiamo è un momento veramente emozionante. Esistono altri attiranti quali il Natron (blocchi di salgemma)che è molto gradito dagli animali,bisogna sfruttare un albero vicino ad un transetto, posizionare la salina costruita in modo che l’acqua piovana faccia colare il sale lungo la pianta,basta un comune barattolo di plastica forata sul fondo e opportunamente fissata ad almeno 1.50 mt. dal suolo,le saline sono poco valide se il sito di caccia è posizionato vicino alla costa o comunque in una località ove giungano i venti di mare, perché depositano sui fusti delle piante e sulle rocce esposte grandi quantità di sale marino facilmente reperibile dagli animali ,vi sono anche specifici mangimi in pellet aromatizzati alla mela che nel periodo invernale possono costituire un buon attirante,in estate è sicuramente meglio procedere alla semina di erba medica,sorgo,fagioli e piselli creando piccoli ruoti o strisce di queste essenze nelle aree di frequentazione degli animali, anche le prugne gialle (goccia d’oro)sono molto gradite dal capriolo.Queste brevi note,che spero vi siano di aiuto,sono frutto di molti anni di caccia di selezione al capriolo che pratico dal 1996 in provincia di Savona e già da prima in altre località,spesso sono state frutto di consigli che mi sono stati dati da vecchi cacciatori, ma anche di miei errori da cui ho tratto degli insegnamenti ,nella caccia si ha sempre da imparare basta averne voglia,nessuno nasce maestro e tanto meno bisogna atteggiarsi tale; è importante però,a mio parere,mettere a disposizione le proprie esperienze per quello che sono e che possono valere.Vi ringrazio per il tempo che avrete voluto dedicare alla lettura di queste mie note e se potranno esservi utili sul terreno di caccia, ne sarò lusingato..