Nella caccia con armi a canna rigata , una distanza di 300 mt dal bersaglio , è da considerarsi già impegnativa e difficile , ed impegna il cacciatore più smaliziato in calcoli di caduta e dove traguardare il selvatico dall’ottica per valutare l’alzo,e la giusta precisione di impatto del proiettile. Esso in un buon azzeramento effettuato alle distanze 150/200 mt impatterà più in basso di circa 10/30 cm a 300/350 mt , a seconda della radenza del calibro adottato, portando il cacciatore a traguardare con il reticolo a filo di spalla dell’animale e perfettamente in asse con la posizione del cuore o delle parti vitali da acquisire.
Il neofita è portato a sopravvalutare spesso le distanze ad occhio nudo , che nella casistica pratica risultano essere molto minori nelle misurazioni di quelle stimate. Questo perchè si è spesso portati ad idealizzare distanze di tiro eccessive , che nella pratica risultano poi meno frequenti di quanto si ritenga comunemente. Per queste date ragioni ,(di errori di valutazione di distanza), cercate di procurarvi delle sagome di animali a grandezza naturale (ottime quelle per il tiro con l’arco caccia) e ponetele a distanze che voi riterrete opportune,valutatene mentalmente le distanze, poi misurate con un telemetro ,la distanza effettiva , vedrete così che l’errore di valutazione a volta risulta macroscopico rispetto al misurato. Questo vi darà modo di abituare l’occhio , ed allenarlo a distanze che poi vi ritroverete in molte situazioni venatorie