CLUSONE (Bergamo) - Raccontano, quassù, che il 2 luglio dell’anno del Si­gnore 1413 a Ruggiero di Giovan For­te de’ Grigis, contadino, la Vergine Ma­ria apparisse ben quattro volte, men­tre egli s’industriava a procurar del fie­no. E che lo esortasse a convincere le genti di Rigosa e Sambusita a costrui­re una chiesa dedicata alla Visitazio­ne.

Ma aggiungono che, per farsi dar retta da quei montanari, le ci volle un miracolo: un ramoscello d’ulivo ger­mogliato da un tronco di faggio sec­co. Al paragone, quello capitato sei se­coli dopo e qualche decina di metri più in alto, ai 960 metri sul mare della Passata di Zo­gno, giusto dove si imbocca la strada che oggi scende al Santuario della Madonna del Perello, è un prodigio di assai minore proporzione.

Pure, forse mette conto rac­contarlo. Perché non capita tutti i giorni che un cacciatore si spo­gli di giberna e doppietta per vestire i panni di studioso dei volatili. E inve­sta di tasca propria una fortuna per co­struire la stazione ornitologica forse più avanzata d’Europa. Che ancora non è finita, ma lo sarà presto. «Spero prima dell’estate prossi­ma», dice Maffeo Schiavi da Clusone, 58 anni, ex professore, assicuratore e mediatore immobiliare, che è poi il «convertito» della nostra storia. Od­dio, lui fa professione d’indulgenza. «Io non sparo più, ma non sono con­tro la caccia in termini assoluti. La am­metterei, ma solo come prelievo fondato su un censimento scientifico». Il guaio è, sottolinea, che un censimento scientifi­co delle specie a rischio richiederebbe an­ni e non nessuno lo fa. E, soprattutto, che troppi cacciatori sono pronti a riem­pire il freezer fino a scoppiare pur di spa­rare a tutto quel che si muove. «La verità è che nessuno sta dalla parte degli uccel­li. Così ho deciso di investire del mio».

Dice che la «conversione» è maturata piano piano. Del resto, per uno abituato da quando aveva tre anni a dare una ma­no a papà Dorino nei tre roccoli di fami­glia a Bòssico (dove gli uccelli li si cattu­rava con le reti per farne dei richiami e, se non erano buoni per le gabbiette da richiamo, venivano comunque buoni per la padella), la passione per la caccia era quasi una questione di dna. «Col tempo, però, mi sono accorto che usavo sempre più il binocolo e sem­pre meno il fucile» spiega Maffeo. E, co­me per il buon Ruggiero, anche per lui venne, per dir così, il giorno della «rivela­zione»: «Sarà stato il 1981 o l’82. Ero al­l’isola del Giglio, sono scivolato e, sicco­me tenevo il fucile in mano, cadendo mi sono quasi rotto un dito. Allora ho detto a mia moglie: basta, il fucile non lo toc­cherò mai più. "Era ora, tanto non lo usi mai" mi ha risposto». Fu così che Schiavi passò dai roccoli alle stazioni ornitologiche e dalle cartuc­ce a calibri, bilance e altri attrezzi per mi­surare i volatili caduti nelle sue reti e metter loro un anello prima di liberarli. Ma se a Ruggiero toccò sopportare, fino all’avvenuto miracolo, «la sassaiola della derisione», a Schiavi andò anche peggio. Qui alla Passata, dove arrivò nel 1995, i bracconieri gli incendiarono, nel 2001, due roulotte. E solo al quinto tentativo il progetto della nuova stazione ornitologi­ca, iniziata a settembre 2008, passò.

Tra qualche mese, potrà ospitare, an­che la notte, fino a una dozzina di ricerca­tori o visitatori. Ci sarà una sala per le proiezioni e le lezioni alle scolaresche e uno spazio per i 1500 volumi di ornitolo­gia, dal '700 ad oggi, che Schiavi ha colle­zionato. Se poi credete che fare l’ornitologo sia una specie di passatempo, vi sbagliate. Le 72.000 catture fatte alla Passata dal ’95 ad oggi hanno fruttato sei studi scientifi­ci e una quindicina di tesi di laurea. E, oltretutto, svelano le colpe anche di chi non imbraccia un fucile. Specie che migrano in anticipo per i cambiamenti climatici; altre che non passano più per­ché sono spariti i canneti; gabbiani che prosperano tra la spazzatura di Milano. Insomma, quassù noi bipedi terrestri po­tremmo capire che è davvero ora di cam­biare rotta. E questo sì, che sarebbe un miracolo.

Luca Angelini - Corriere della Sera

Ottimo. Adesso che lo sanno anche gli animalati, bisognerà metterci due guardie armate.

MA che dire,sono d'accordo per certe stazioni,lo studio della fauna tutte cose inportanti ,MA se veramente al professore gli preme gli uccelli,secondo mè faceva meglio ad aprire una stazione per l'INQUINAMENTO e BATTERSI per quello sicuramente anche i BRACCONIERI sarebbero d'accordo,

Liberissimo il Signor Schiavi di comportarsi come crede, di certo finora io ho visto solo cacciatori fare i censimenti, ho visto solo cacciatori preoccuparsi del miglioramento dell'ambiente, ho visto solo cacciatori alimentare le governe degli ungulati o le rimesse degli uccelli nella stagione brutta.
Se poi, il Signor Schiavi si sente disturbato dalle "stragi" a suo tempo praticate dalle sue parti anni addietro (purtroppo bergamaschi e bresciani si sono fatti una brutta nomea) e oggi cerca di riparare, si vede che la sua coscienza così gli ha suggerito. Il fatto, comunque, che non criminalizzi la caccia è già di per sé positivo.
La mia ancor poca esperienza mi ha fatto capire che per chi ha cacciato negli anni in cui la stagione venatoria si chiudeva a marzo e le speci cacciabili erano infinite come infiniti i carnieri, oggi sia difficile adeguarsi, ma è solo un aspetto culturale che deve infine radicarsi in nuove abitudini senza rimpianti, ma con la soddisfazione di essere non più solo dei "prelevatori", ma soprattutto dei creatori e dei conservatori del ns ambiente.
WEIDMANNSHEIL  
sam

BEN DETTO SAM, non aggiungerei altro.

I bracconieri e gli sparatori (indegni di chiamarsi cacciatori) sono la vera rovina della caccia.
L'inquinamento e soprattutto l'antropizzazione uccidono gli animali, ma sono gli sparatori e i bracconieri che uccidono la caccia, insieme a tutte quelle persone che vanno in giro con un fucile senza nemmeno un briciolo di etica venatoria.
Detto questo permettetemi una battuta goliardica: "La verità è che nessuno sta dalla parte degli uccel­li. Così ho deciso di investire del mio"
Ognuno nella propria vita è giusto che investa in ciò che più gli aggrada. C'è chi investe negli uccelli... e c'è chi investe nelle donne.
De gustibus non est disputandum...
 

sapessi lucenze quante persone si dichiarano bracconieri per modo di dire per farsi grandi ecc invece conosco tanti cacciatori con la B maiuscola loro sono bravi li, poi la, loro fanno questo, poi quell'altro ecc (diffida) dammi retta molte volte sono propio questi personaggi a fare male alla caccia,comunque si torna lì ? dipende da dove un cacciatore abita, ci sono cacciatori che provengano dalle città,cacciatori che abitano dove cacciano in campagnia o montagna, i primi (citta) non capiscano le difficoltà della montagna o campagnia ,loro vengono il sabato e domenica dormono nelle parate fatte da noi, e molte volte tirano a tutto cio che vola , in piu lasciano uno sporco di tutti i generi dai bossoli a la plastica del loro mangiare, la stessa cosa accade quando ci sono i funghi arriva il mondo dalle città e propio non sanno rispettare i boschi,(INVECE IO PARLEREI IL PERCHé IN TANTI CACCIATORI DI CAMPAGNA SMETTANO DI CACCIARE OPPURE ALTRI si DECIDANO DI FARE I BRACCONIERI NEL 2013) non SARA mica che per cacciare ci vuole 350 euro più tutte le altre spese cartucce macchina gasolio ecc (almeno ritornassero nell'ambiente questi soldi) e facile essere bravi cacciatori in questo quadratino lucense,fra il dire e il fare ce di mezzo il mare?comunque sia io credo che i cacciatori oppure bracconieri come le definisci tù, possono fare un danno del 5% alla natura,il restante diviene dall'inquinamento, dalla cementificazione, dalle stagioni sballate' all'abbandono dei boschi, e non in fine a tutte le schifezze che danno alla frutta e verdura in genarele.la tua battuta goliardica non dice mica il vero cè un sacco di donne che amano gli uccelli, in più gli uomini ambigui, e tutti gli ambientalisti,PERSONALMENTE mi piacciono anche a ME nel giro arrosto? UN SALUTO CIANO

Caro Ciano, concordo in parte con te. Infatti ho detto che gli "uomini" uccidono gli animali. Il fenomeno si chiama antropizzazione, ovvero l'intervento che l'uomo opera sull'ambiente per modificarlo e adeguarlo a se stesso. Chiaramente, facendo così l'ambiente - la natura in questo caso, la biocenosi - viene distrutta irrimediabilmente. L'arroganza dell'uomo che continua a costruire, cementificare, regimentare le acque, disboscare, usare anticrittogamici, ecc. ecc. sta distruggendo l'ambiente e gli animali, e il bello è che di questo i cosiddetti animalisti non si occupano... Quindi, la natura e gli animali, nella stragrande maggioranza vengono distrutti dagli uomini e non dai cacciatori.

La caccia, invece, a mio modo di vedere... è un'altra cosa.
La caccia invece, merita oggi una riflessione a parte.
L'uomo non ha più la necessità di procacciarsi il cibo con le proprie mani.
Questo è un bene in generale, altrimenti molte persone incapaci morirebbero di fame. Il viviere in società organizzate, per fortuna, aiuta proprio coloro che sono in difficoltà.
D'altro canto, non avere più la necessità di procacciarsi il cibo, è un male, perché ha allontanato l'uomo dalla natura e dalla propria armonizzazione con i cicli della terra sulla quale viviamo che, ogni tanto, ci ricorda che è lei che alla fine comanda. Temporali, frane, tsunami, terremoti, maremoti ecc... sono un ottimo promemoria!
Detto questo, oggi, la caccia ma soprattutto i cacciatori, devono reinventarsi.
Gli strumenti di caccia si sono fatti sempre più sofisticati e la gestione della fauna più efficace dovrebbe portare a rivedere animali che erano da tempo scomparsi.
Certo le tasse in carico ai cacciatori non sono solamente eccessive, sono ingiuste!
Ma la cultura, invece, quella no. La preparazione etica di un cacciatore dovrebbe essere ben maggiore rispetto alla media che si può costatare oggi. Perché vedi, ho la convinzione che i cacciatori portatori di una "sana" etica venatoria, un'etica basata sul rispetto dell'ambiente e degli animali da prelevare possa essere il nostro punto di forza per dissipare queste nuvolaglie ambientaliste che abbiamo sul capo...
La caccia non è, e non può più essere considerata come un prelievo per riempire i frigoriferi di qualcuno che non rispetta le regole a dispetto di chi, per onestà, le rispetta.
Ti abbraccio
Domenico

ciao lucense sono pienamente d'accordo con tè soprattutto quando dici che la natura è lei che comanda quando vuole lo fa capire nei peggiori dei modi e ci fa sentire piccoli come le formiche l'uomo mi sembra che si sta tirando la zappa nei piedi da solo oramai ,SOLO In POCHI ANNO I PUNTALI di FERRO,e questo non e giusto. l'etica forse ai ragione ci sono ancora troppi capimatti ,MA CREDO che si sono fatti passi avanti,un tempo la caccia era molto piu accanita.poi dipende anche in che regione uno abita,per esempio in toscana la caccia e molto sentita forse più che in tante altre regioni d'italia.SPERIAMO CHE tutto migliori in questo paese non solo la caccia ma tante altre cose.......un saluto ciano

Ciano, sono toscano... come te!
Lucchese per la precisione...